Progetto di ricerca università di Bergamo rivolto a persone non vedenti tra i diciotto e i quarant’anni.

Progetto di ricerca università di Bergamo rivolto a persone non vedenti tra i diciotto e i quarant’anni.

Il presente progetto di ricerca è portato avanti dall’università di Bergamo, dal gruppo di ricerca della professoressa Zaira Cattaneo.

Lo scopo del progetto è quello di indagare il ruolo della visione in alcuni processi propri della cognizione sociale, che può essere definita come l’abilità di interagire con le altre persone.

Il presente esperimento consiste nell’ascolto di alcuni stimoli audio di breve durata (circa 5 o 6 secondi), a seguito dei quali viene chiesto al soggetto di riportare e descrivere le emozioni che gli audio hanno suscitato in lei o lui. Durante la sessione sperimentale, il partecipante starà comodamente seduto su una sedia e sentirà gli audio attraverso delle cuffie connesse ad un pc e dirà ad alta voce le sue risposte, così che lo sperimentatore possa riportarle al computer.

La durata totale dell’esperimento è variabile da persona a persona, ma indicativamente dura circa 1 ora e mezza – 2 ore. Massima disponibilità in termini di orari/date per svolgere le interviste.

Le caratteristiche richieste per partecipare allo studio sono le seguenti: 1) avere un’età compresa tra i 18 e i 40 anni,  2) essere non vedente, 3) aver perso la vista prima dei 4 anni.

L’esperimento può essere condotto in qualunque luogo e/o orario che sia congeniale al partecipante: l’importante è scegliere un luogo che sia abbastanza silenzioso e tranquillo, in modo da garantire un adeguato ascolto degli stimoli audio.

Chiunque volesse ulteriori informazioni e/o fosse interessato a partecipare può contattare:

dottoressa Maria Arioli: maria.arioli@unibg.it
dottoressa Cecilia Segatta: cecilia.segatta@unibg.it

Perché questo esperimento?

Nel corso degli anni la percezione degli stimoli sociali è stata ampiamente studiata attraverso il senso della visione, il canale percettivo che conosciamo meglio. Di fatto, però, possiamo capire le emozioni degli altri ed empatizzare con esse, anche basandoci su ciò che gli altri dicono e/o basandoci sul tono della loro voce (a prescindere da ciò che dicono), o dal modo in cui li sentiamo muovere.

Viene dunque da chiedersi: le abilità di cognizione sociale sono davvero legate a una specifica modalità sensoriale? Ed è qui che la cecità entra in gioco. Non poter accedere all’ambiente visivo costituisce una sfida molto particolare per lo sviluppo, e, ciò nonostante, la popolazione non vedente mostra abilità cognitive e sociali alla pari della popolazione vedente. Per questa ragione, avere la possibilità di lavorare insieme a persone non vedenti costituisce un’opportunità unica per lo studio dei meccanismi propri della cognizione sociale