Storycity turismo accessibile senza barriere

Otto appartamenti e due itinerari in Città  Alta e in Val Taleggio (che diventeranno presto una quindicina) per offrire ai turisti con disabilità  l’occasione di visitare Bergamo e la sua provincia come ogni altro visitatore, con le stesse possibilità  e, soprattutto, senza la tortura delle barriere architettoniche. Debutta nell’anno della Capitale della Cultura, con l’ambizione di proseguire e ampliarsi anche in futuro, il progetto «Storicity», promosso dalla cooperativa Bergamo Lavoro Scs, Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili) e Unione invalidi civili bergamaschi.

Attraverso un sito internet dedicato (storicity.it), la collaborazione con Visit Bergamo e altri canali di comunicazione online, il progetto varcherà  i confini locali per richiamare nella Bergamasca turisti da tutta Italia.

I promotori hanno messo a disposizione otto appartamenti (due a Bergamo, altrettanti a Pizzino, in Val Taleggio, e 4 ad Azzano San Paolo) ristrutturati a misura di disabile che potranno essere affittati per il tempo di una vacanza a prezzi agevolati.

Una volta in città  o in montagna, i turisti potranno partecipare a itinerari studiati ad hoc per le loro esigenze, insieme a guide turistiche professioniste, che li accompagneranno alla scoperta delle bellezze della provincia.

Il progetto, del valore complessivo di circa 500mila euro, è stato sostenuto per 140mila da Fondazione della Comunità  Bergamasca, da Fondazione Cariplo, come progetto «emblematico provinciale», e da una fitta rete di sponsor (tra cui l’Accademia dello Sport e della Solidarietà , il Lions Club Val Calepio e Val Cavallina e Sacbo), con la collaborazione di tante istituzioni, dal Comune – con il programma Rinascimento Bergamo – alla Provincia, Confcooperative, il consorzio Solco Città  Aperta e l’associazione Bergamo AAA. «Accoglienza e accessibilità  devono essere intese come parte integrante di un pensiero inclusivo – ha detto Carla Rossi, presidente di Bergamo Lavoro – e di un progetto culturale a disposizione di tutti».

Turismo, ma anche possibilità  di accesso al mondo del lavoro: per far funzionare la macchina di Storicity serviranno almeno 4-5 persone; altre nove – tutte con fragilità  – sono state già  formate con competenze turistiche: saranno loro, insieme a una squadra di «facilitatori turistici» professionisti ad accompagnare i visitatori nei percorsi artistici e culturali cittadini e montani.

Un progetto inclusivo, che ancora prima di partire ha avuto il merito di richiamare attorno a sè l’interesse di tanti partner: «è un progetto chiaro, coerente e inclusivo che lascerà  un segno importante – ha detto Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità  Bergamasca -.

Un’iniziativa nuova che offre uno sguardo inedito sulla città  che tutti, indipendentemente dalle proprie fragilità, devono poter avere la possibilità  di scoprire.

Supportiamo questo progetto perchè promuove la partecipazione di tutti, stimola il confronto e favorisce uno sguardo autentico tra il territorio, chi lo abita e chi comincia a conoscerlo».

Dietro a Storicity, c’è anche la «capacità  di capire che il rilancio della città  sarebbe dovuto partire da un turismo aperto a tutti – ha detto Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali del Comune -.

La strada verso la totale accessibilità  è ancora lunga, ma questo progetto ha avuto l’intuizione di unire più partner, creando una contaminazione tra cultura e sociale, attraverso un nuovo sistema di progettazione». Quest’anno le iniziative sul territorio promosse da Storicity saranno gratuite per gli iscritti delle associazioni di disabili; l’auspicio è che, chiuso l’anno della Capitale della Cultura, il progetto possa trovare il modo per proseguire autofinanziandosi: «Per noi è cultura ciò che si riempie di valori – ha detto Giovanni Manzoni, presidente provinciale di Anmic -, e una città  senza valori non può definirsi cultura».

Altro auspicio di Storicity è quello di allargarsi anche agli anziani e alle famiglie con bambini piccoli, «perchè sia davvero per tutti – ha detto Cinzia Baronchelli, vicepresidente di Confcooperative – e non specifico per le persone con disabilità ».t